I DPI di terza categoria , ovvero quei dispositivi necessari a preservare la vita dei lavoratori, proteggendolo dai danni gravi o permanenti per la sua salute, sono strumenti di progettazione complessa volti a prevenire rischi di gravi infortuni.
Per esempio, dispositivi di protezione del capo dagli urti accidentali, degli occhi e del volto da schegge, scintille o residui di lavorazioni. Ma non solo, protezioni per il corpo dal rischio di folgorazione o fulminazione, da temperature elevate o da cadute dall’alto, come nel dei lavori in quota.
Quindi, nei DPI di terza categoria rientrano:
- Elmetti – i più diffusi, poiché proteggono la testa da cadute dall’alto o da caduta oggetti; alcuni possono avere visioni o maschere protettive contro schegge o residui di lavorazione. Quelli omologati presentano un cinturino sotto al mento.
- Imbracature di sicurezza – per ancorarsi in modo stabile e sicuro, prevenire il rischio di cadute accidentali e garantire al tempo stesso sicurezza e agilità di movimento.
- Autorespiratori – per proteggere le vie respiratorie da gas nocivi, polveri sottili, o per trattenere la capacità di respirazione in caso di filtro di ossigeno.
Rientrano nei DPI di terza categoria anche i galleggianti antiannegamento e materiali isolanti da scariche elettriche o folgorazione.
Per l’utilizzo corretto di questi DPI è necessario che i lavoratori siano formati, informati e addestrati su come indossarli e manutenerli, in accordo con l’art. 77 comma 5 del Dlgs. 81/08.
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